La Canonica di Santa Maria di Vezzolano
In
questo capitolo vi voglio parlare di una terra che non conoscevo e dalla
quale sono rimasta molto colpita. Vi porto con le mie immagini
nell’Astigiano e vi parlerò della Canonica di Santa Maria Vezzolano.
L’abbazia
si trova ad Albugnano d’Asti, sorge nel verde di una splendida valle
con bellissime colline, un angolo del Monferrato tra i più suggestivi e
intatti, ricco di vigneti, prati e aree boschive.
Raggiungere
questa località è facile, basta percorrere la statale 458 per
Chivasso fino al bivio per Albugnano oppure svoltare a Gallareto per
Castelnuovo Don Bosco e poi da Castelnuovo per Albugnano.
Nei
primi anni l'istituzione canonicale era molto attiva, come testimonia la
ricchezza di donazioni di cui fu dotata, ma per ignote ragioni essa decadeva
presto d'importanza.
Fu
un lento declino che si può racchiudere tra le due significative date del
1405, anno in cui la Canonica fu concessa in commenda con abati commendatari
residenti altrove, e del 1805, ovvero quando, a seguito delle soppressioni
napoleoniche, il complesso di Vezzolano fu venduto a privati.
Dal
1937 la chiesa è di proprietà dello Stato, ed è in consegna alla Soprintendenza
per i Beni Architettonici.
Sull’Abbazia di Vezzolano, storia e leggenda si intrecciano, la sua
edificazione appare intrisa di aspetti alquanto misteriosi, e, tra il
romanticismo dell’800 e le poche nozioni di fondamento storico, nasce una
leggenda affascinante, che contribuisce ad accrescere l'alone di
mistero intorno a questo gioiello del romanico, quella che attribuisce la
sua nascita alla volontà imperiale di Carlo Magno.
La
leggenda narra di come l’imperatore nell'anno 773 andando a caccia nella selva
di Vezzolano, fosse stato colto da un'improvvisa e macabra visione:
l'inquietante danza di tre scheletri umani usciti da un sepolcro. Una visione
che gli avrebbe provocato un notevole spavento da cui riuscì a riprendersi solo
grazie all’intervento di un eremita di passaggio che lo avrebbe invitato a chiedere
aiuto alla Vergine Maria. Ripresosi grazie all'intercessione della Madonna,
Carlo Magno avrebbe disposto in quello stesso luogo l’edificazione della
chiesa.
La
costruzione della chiesa può risalire alla fine del XII secolo, ma
le forme nelle quali ci appare denotano l'appartenenza al secolo XIII.
Imboccando
il sentiero in mezzo al verde in una quieta assoluta, l´abbazia si scorge
all´improvviso.
Il
sobrio campanile, collocato come vuole la tradizione romanica sul lato
sinistro, si mostra basso e tozzo.
La
facciata, decorata da capitelli e statue, alterna ai mattoni fasce in arenaria
e presenta un bel portale con bassorilievi, introducendo alla chiesa, attestata
sin dal 1095, ma rimaneggiata ampiamente in seguito. L’interno, in alcuni
tratti di forme attestanti la transizione al gotico, è tagliato in due settori
dal pontile o jubé inserito in epoca successiva (fine XII secolo), dalla
ricchissima decorazione a bassorilievo raffigurante i 35 patriarchi antenati di
Maria, la Deposizione del Corpo di Maria, L’Assunzione e il trionfo in cielo
accanto a simboli evangelici.
Dalla
chiesa, attraverso una piccola porta, si accede al chiostro, uno dei meglio
conservati del Piemonte, dove elementi di epoche diverse e affreschi del XIII e
XV secolo, magnificamente conservati nel tempo, coesistono avvolti dal silenzio
in perfetta armonia.
Al
suo interno in esposizione, potrete ammirare un bellissimo presepe, eseguito
interamente a mano dalla scultrice Anna Rosa Nicola.
Testo e Foto : Ivana Motto
Pagina di Facebook : Blog La Mia Fotografia
Pagina di Facebook di Nicola Anna Rosa Scultrice
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