Alla Corte della Regina


Vorrei fare una domanda, se me lo concedete?
Anche Voi da bambine, giocavate di  essere una dama o ancor meglio, una principessa?


Di sicuro a molte di voi sarà capitato.
Si giocava si interpretava quei bellissimi ruoli, ci si perdeva magicamente in un mondo parallelo e  si riviveva con la fantasia un sogno ad occhi aperti, di vivere magicamente nel 1800, e con enfasi dire alle proprie amiche bambine, che erano sedute in salotto: 
“Madame,  il suo tè”!
E lei rispondeva con la sua vocina flebile: 
“Oh grazie!”
“Ecco mademoiselle” rivolgendosi all’altra amichetta: “La sua cioccolata”.




Mentre sui banchi di  scuola studiavo la storia, a volte un po’ noiosa e fatte di tante date, che venivano memorizzate con difficoltà per poi esser dimenticate poco dopo, c’è stato il periodo della mia infanzia  in cui sognavo di essere una bella principessa e di essere salvata dal cavaliere; di certo a quella età non sognavo di essere una popolana che viveva negli stenti.  



Il cinema aiutava la mia fantasia con le tantissime pellicole che hanno rievocato quei momenti così idilliaci ed anche crudeli.
Ebbene tutto questo per introdurre e raccontarvi che cosa è accaduto domenica  scorsa.

Grazie al gentile invito di una rievocatrice storica, la signora Stefania De Piccoli,  ho partecipato ad un evento straordinario che ricreava propria una di quelle giornata di Vita di Corte esattamente del 1750, con qualche gioiosa intrusione delle epoche successive.

L’evento è stato organizzato dalla Fondazione dell’Ordine Mauriziano   nella splendida Residenza Sabauda, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, grazie alla collaborazione dei Gruppi storici:  Le vie del tempo, La Nobiltà Sabauda, la Società Torinese per la Caccia a Cavallo e Equipaggio della Regia Venaria di Trombe da Caccia.



  I numerosissimi visitatori hanno avuto l’occasione di essere catapultati, come in una macchina del tempo, nello splendore della Corte dei Savoia.
Non ero mai stata in questa Residenza Sabauda, anche si trova a pochi km da Torino.



Costruita nel 1729 su progetto di Filippo Juvarra per Vittorio Emanuele II, essa non nasce, però, come reggia, ma bensì come ritrovo per la “Caccia”; moda tanto diffusa presso tutte le monarchie europee, soprattutto in quella francese.

Nel XVII-XVIII secolo,  per i nobili la caccia era un vero e proprio rito,  cui partecipavano anche molte nobildonne,  non era solo un modo per allontanare l’ozio; rappresentava anche un momento di grande interesse politico, difatti durante questa attività le famiglie nobili, si ritrovavano per dialogare, per adottare nuove strategie e concordare nuove casate.

La caccia era inoltre un mezzo imprescindibile all’educazione militare dei principi, che imparavano in essa i primi rudimenti del comando sia ad affrontare le fatiche della guerra.


Ma cosa si cacciava in quel tempo?
Prevalentemente la selvaggina era di piccola taglia, lepri, conigli e fagiani, che erano abbattuti usando arco e balestra, ma non mancava la caccia grossa con prede quali cervi, daini, cinghiali, lupi e orsi.


Venivano praticati due tipi di caccia la "venatio clamorosa" rumorosa con cani  e le trombe (una sorta di monteria), che era ritenuta la pratica venatoria nobile per eccellenza, e  quella della falconeria, la "venatio placita" silenziosa.

 La giornata di domenica ha ripercorso proprio  uno di questi due tipi, la rievocazione di una battuta di caccia alla volpe.
Intorno alle 10:30 del mattino un suono di tromba annuncia la partenza di splendidi cavalli con i loro fantini, mentre le regalità femminili, attendono pazientemente l’arrivo dei loro amati passeggiando all'interno del vasto giardino geometrico della dimora, caratterizzato da aiuole, parterres e viali.






Nel Cortile d’Onore un’unità scelta della Guardia esibisce le sue capacità in un esercitazione di combattimento.


 Nel mentre nelle cucine della Palazzina, le cuoche  sono intente a cucinare cibi succulenti,  prevalentemente a base di cacciagione, utilizzando abbondantemente le spezie, come il coriandolo lo zenzero, e a preparare la cioccolata che sarà servita come dolce.


 Proprio a causa di questo tipo di alimentazione molti di loro erano  ammalati di Gotta, che è anche denominata la malattia dei Re, essendo dovuta principalmente ad una dieta troppo ricca e al forte consumo di bevande alcoliche.




Entro nel palazzo ove ritrovo, in una elegantissima e raffinata stanza, una bella tavola imbandita.
Sulla tovaglia, ornata di merletti pregiati, bellissime decorazioni accompagnano il prezioso vasellame.

I Reali e i loro nobili ospiti tra una portata e l’altra ,imbastiscono conversazioni maliziose e sagaci.



Le dame indossano abiti ingombranti, dai corpetti fascianti, che stretti in vita da togliere il fiato, mostrano, ampie scollatura per nulla pudiche , che evidenziano seni che sembrano dover  esplodere ad ogni respiro, ed invece rimangono fermi per un soffio.








Terminato il pranzo le nobildonne hanno deliziato la Corte  con una virtuosissima esibizione di canto, accompagnate da alcuni nobili con i loro strumenti.




Lasciato il pranzo mi reco nelle altre stupende stanze della Palazzina, che venivano usate per il loro piacere, come la sala dei giochi ed il Salone d’onore che veniva utilizzato per le feste da ballo, per le cerimonie ed i banchetti.





















Sono rimasta colpita dalle varie scene di vita reale ricostruite dai gruppi, dai canti, dalla musica e dalle stanze bellissime.
Consiglio vivamente di andare a visitare questa bella dimora, possibilmente quando ospita  qualche rievocazione.







Si Ringrazia:
Stefania De Piccoli 
del Gruppo Storico

  •  Le Vie del Tempo.




Gli abiti che indossavano i gruppi storici sono riprodotti fedelmente, i modelli sono copiati e riprodotti tenendo fede dai tanti quadri di quell’epoca, stoffe bellissime, impreziositi da ricami, pizzi e merletti.

Si ringraziano inoltre: 
  • La Fondazione Ordine Mauriziano organizzatrice dell’evento nella Palazzina di Caccia di Stupinigi.
  • L’Equipaggio della Regia Venaria di Trombe da Caccia.
  • La Società Torinese per la Caccia a Cavallo
  • Il Gruppo Storico Nobiltà Sabauda  



Testo e Foto : Ivana Motto CleO

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