Una giornata con i LUPI



Si avete letto bene il titolo di questo articolo: Lupus in latino = Lupo in italiano.

E' un tema delicato, questo che voglio affrontare, per via dell'immagine collettiva che ne abbiamo.

Del lupo se n'è sempre parlato, fin dalla preistoria questo animale ci ha accompagnati nella nostra evoluzione; se da prima era ben visto e ben voluto, la sua figura cambia totalmente nel medioevo, quando diviene il simbolo del Malvagio, del Maligno, il Diavolo in persona.


La fantasia umana, deviata dall'ignoranza della maggior parte della popolazione di quel tempo, legava la vita della foresta a qualcosa di misterioso e pauroso, rappresentandolo come un mondo pieno di tenebre e creature oscure, che vivevano in questi territori che avevano un'importanza fondamentale nella vita di allora.



Il lupo, dal quel periodo, non ha avuto vita facile ed è stato braccato e cacciato dall'uomo.



Anche io fin da bambina, ho ascoltato storie e leggende che lo riguardavano, mentre passavo le mie spensierate estati in Alta Valle Po, terra da cui traggo la mia origine e dove il lupo un tempo era ben presente.


Alla sera, prima di dormire, rimanevo incantata, quasi ipnotizzata, nella stanza illuminata dalla luce di una candela tremolante, ascoltando mia nonna che mi raccontava le tante storie dei tempi passati.


Si metteva seduta accanto a me, inforcava gli occhiali ed iniziava a raccontarmi le storie di quando lei era ancora poco più di una bambina; fatti accaduti tra il 1850 e il primo '900.


Lei narrava di quanta fatica si facesse a sopravvivere in montagna dove la vita era dura, ed il lupo parte integrante di quella natura selvaggia.

I suoi racconti vertevano per lo più sui branchi di lupi che vivevano al quel tempo in Valle e che minacciavano gli animali che pascolavano nelle alture, tuttavia in nessuno dei suoi racconti l'uomo veniva attaccato, anzi era sempre il lupo a scappare davanti all'uomo.

Mi parlava accanto ad un fuoco che scoppiettava e riscaldava la stanza; mentre io stavo sotto le lenzuola fredde ed un po' umide, tra le quali mia nonna metteva un mattone rovente fasciato in una calza per dare un po' di tepore.



Sai Ivana, il lupo era affamato specialmente in inverno, quando cadevano fino a due metri di neve ricoprendo tutto di un bianco candore.
Lui, in cerca di cibo, entrava nei pollai e scavava persino, con le sue grosse zampe, la terra sotto gli uscii delle stalle, poiché allora, sai, le baite di montagne non erano in cemento, ma avevano il pavimento in terra battuta.
Le sue unghie forti, scavando, sgretolavano la terra, creando così un passaggio, in cui si infilava, ed entrato, ringhiando con denti bianchi affilati, faceva strage finchè i pastori, allarmati dai cani, accorrevano con i forconi.”.



Altri ricordi mi vengono in mente di quel tempo della mia giovane fanciullezza; avrò avuto circa 8 anni, ero una bambina con le trecce lunghe e bionde che mi scendevano dietro le spalle; mia nonna era solita mandarmi a prendere il latte fresco appena munto dal Margaro, e quando era l'ora di tornare a casa, con il sigilin di latte in mano, correvo a più non posso giù lungo il sentiero, scendevo di corsa senza prendere fiato con il cuore che batteva forte nel petto per la paura di incontrarlo nel bosco...


A volte era noioso essere in montagna tutta sola, senza nessun compagno della mia età, anzi, non c'era praticamente nessuno, tranne qualche camminatore che passava ogni tanto per scalare il Monviso, ma era raro.

La Valle di mio padre si era spopolata, tutti ambivano a lavorare in Fiat e quindi, a volte, per far passare la noia che mi prendeva, mi rifugiavo in solaio, dove leggevo in completa solitudine le riviste che mia nonna conservava gelosamente in una valigia: Le Domeniche del Corriere.



Vi erano immagini che allora mi impressionavano, storie di lupi mostruosi che mangiavano greggi e bambini.


Tutto questo mi procurava alla bambina che ero, ansia e preoccupazione, specialmente durante il girovagare da sola, mentre perlustravo di giorno i vari sentieri di montagna per raccogliere mirtilli, lamponi e fragole per farne marmellate.



Paura! Una Paura folle mi prendeva ogni tanto.

Diventata adulta mi sono documentata, e tutti i libri che in seguito ho letto, riportano che il lupo non attacca mai l'uomo, ma i suoi animali si.

I lupi fanno parlare anche oggi, poichè stanno ripopolando le nostre montagne; da circa quasi vent'anni sulle Alpi si sono costituiti dei branchi, discendenti diretti dei lupi sopravvissuti all'estinzione in una ristretta area dell'Appenino centro-meridionale.



Il lupo a partire dagli anni 1970, quando diventa specie protetta, ricolonizza dapprima l'Appennino settentrionale, e negli anni Novanta, parte sud-occidentale della catena alpina.

Oggi sono tornati anche sulle Alpi centro-orientali, dove di recente hanno fatto la loro ricomparsa per dispersione naturale anche esemplari provenienti dalla popolazione dinarica della Slovenia.

Il lupo, a differenza di altre specie che hanno corso il rischio di estinzione, come l'orso, lo stambecco, come il gipeto, non è stato oggetto di operazioni di reintroduzione da parte dell'uomo, ma è tornato sulle Alpi con le proprie zampe.



Una giovane margara, Roberta Colombero, vi ho parlato di lei dedicandole due servizi, mi ha raccontato di aver visto dei lupi in alpeggio a 2.000 mt nell'Alta Valle Maira, e che questi hanno attaccato la sua mandria di vacche Piemontesi, ma i cani hanno avuto la meglio facendoli sfuggire.

Qualche giorno fa, ho visto delle immagini bellissime di lupi su un gruppo di facebook “Lo Splendore dei Monti e delle Valli della Provincia di Cuneo” che hanno immediatamente catturato la mia attenzione.

Incuriosita, ho chiesto informazioni al proprietario dell'immagine sul luogo dove fosse stata scattata e con mia sorpresa mi ha detto che sono state fatte in un Centro Faunistico “Uomini e Lupi” che si trova ad Entracque; non ho resistito, ci sono andata.


Il Centro è ben gestito, dopo un breve percorso didattico di un'ora, dove viene raccontata l'esperienza di una giovane fotoreporter appassionata ed amante dei lupi, si accede al parco.


Il Parco è un immensa collina di circa 8 ettari tutta recintata e video sorvegliata, al suo interno vivono 7 esemplari di Caninis lupus italicus.

Si tratta di animali che non potrebbero vivere in libertà o perchè vittima di gravi incidenti o in quanto nati in cattività.


Nell'area vi è una torretta di tre piani da cui è possibile osservare una larga porzione dello spazio recintato.

In natura come vi dicevo è difficilissimo poterli osservare o incontrare, ed anche all'interno del centro faunistico vedere i lupi non è affatto scontato.

Dalla torretta si vedono le montagne circostanti, la giornata limpidissima e soleggiata, la neve intorno abbaglia gli occhi, posiziono il cavalletto e macchina con teleobiettivo, e mentre attendo mi guardo intorno con il cannocchiale.



Dopo un po' gli occhi vedono qualcosa di quasi familiare, eccoli! Sono distesi su in alto alla collina, dormono pacificamente.

Attendo pazientemente per ben due ore, non si muovono, ma ecco che la mia pazienza viene premiata, i lupi si risvegliano dal loro terpore, quando ad un certo punto due lupi si alzano, si stirano e annusano l'aria, sbadigliano, e attendono dritti con le orecchi ben tese, io non capisco.
Nel frattempo arrivano altri turisti che come me sono venuti al centro per vederli, sono una famiglia con al seguito i loro bambini, i bimbi eccitati e parlano a voce alta.


A questo punto i lupi corrono, scendendo giù per la collina, i bimbi gridano alla loro vista, e io li ammonisco dico di far silenzio, i lupi vanno avanti e indietro, si rincorrono e si schierano come delle sentinelle sotto la nostra torretta.

Sono bellissimi sembrano dei pastori tedeschi, ma non lo sono, sono diversi.


Finalmente capisco che cosa rende così irrequieti questi splendidi esemplari, anche i bimbi non urlano più, sono come me rapiti da questa vicinanza.

Tutti li rimangono in silenzio, riprendono con i cellulari i lupi, mentre io inizio a scattare a mano libera perchè è impossibile rimanere ferma immobile attaccata al cavalletto.

Una guardia del parco è entrata nella zona adibita alla riserva dei lupi, sulle spalle porta un grosso resto di un animale selvatico, sembra un camoscio, morto probabilmente scivolando giù dalla cresta di una montagna, durante l'ultimo gelicidio.


La guardia posiziona il pranzo dei lupi fuori dalla nostra vista, dietro la collina, dove da prima i lupi riposavano.



I lupi sono irrequieti, corrono su e giù, l'uomo ritorna per la seconda volta, spinge una carriola questa volta piena di grossi di pezzi di carne macellata, la trasporta nuovamente passando lungo il sentiero, i lupi sanno che è il loro pranzo.


Loro stanno lì, a qualche centinaio di metri a debita distanza dal guardia parco, lo guardano, fermi ed immobili non si avvicinano a lui hanno le orecchie tese e vigilano ad ogni sua mossa.

L'uomo sparpaglia gettando i pezzi di carne lungo il sentiero e nei prati circostanti.

Uscito fuori dal recinto i lupi affamati prendono i pezzi ed iniziano a mangiare, correndo con il boccone in bocca, inizia così la lotta della gerarchia, sembra un gioco, ma non lo è, è la legge del branco.

Vi è un debole nel branco, e viene attaccato da tutto il gruppo, questo serve per gestire l'ordine gerarchico.



Una bimba che vede la scena inizia a piangere, mentre io filmo la scena le dico di non preoccuparsi, è la legge della natura.

La mamma la porta via mentre io continuo a registrare e a scattare foto.

Rimango fino a calar del sole, l'aria diventa fredda i lupi mangiano, ed io in macchina ho quasi 1000 foto che poi dovrò selezionare.
Rientro al Centro, e chiedo più informazioni sulla vita di quei lupi che vi risiedono, gli danno da mangiare ogni tre giorni circa 30 kg di carne, vengono monitorati e controllati con delle telecamere che sono posizionate all'interno del parco.

Nel 2016 sono nati 5 cuccioli dalla coppia Alfa, ora il gruppo è composto come vi dicevo da sette individui.

I lupi nel Centro di Entracque sono una forte attrazione per i turisti che vengono a conoscenza di questa presenza, ed è l'unico modo per poterli vedere da così vicino.



All'interno del Parco è vietatissimo dargli da mangiare ed avvicinarsi.

In tutte le ore della mia permanenza nel Parco i lupi non si sono mai interessati a me anche se ero da loro a poca distanza, nemmeno il rumore degli scatti li ha infastiditi.

Sono animali bellissimi e fieri ed affascinanti.

Un piccolo video di questa giornata a contatto con i "Lupi"



Ivana Motto Cleo


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